La giustizia della giuria
Ogni volta che vediamo un film americano ci domandiamo come sia possibile delegare a dodici persone estratte a sorte il destino delle persone.
Siamo abituati a credere che il Giudice sia uno. Ma non ricordiamo che il processo non è nato così.
Il primo segno di un Tribunale in senso moderno, che si ricordi nella nostra tradizione, risale al mito di Oreste.
Dopo avere ucciso la madre Clitemnestra per vendicare il padre Agamennone, Oreste, rincorso dalle Erinni che lo volevano giustiziare, ha trovato riparo nel tempio di Atena, dea della Giustizia.
Ha ottenuto di essere giudicato da un’assemblea di dodici pari. Le Erinni erano l’accusa, Apollo la difesa, e dodici ateniesi la prima Giuria; guidata da Atena, la Giustizia.
Giuria di pari, che potessero capire quello che capiva Oreste, e giudicare il suo gesto pensando come lui. Che potessero capire se fosse scusabile uccidere la propria madre perché ha ucciso il proprio padre.
Perché?
Perché qualcuno che appartiene ad un ambiente diverso non ha spesso facilità nel capire.
Un Giudice, o il monarca, che ha vissuto magari per anni chiuso in casa, in un castello o in biblioteca, studiando e non vivendo, che passa la sua esistenza a contatto con soggetti di cultura molto più elevata della normalità, potrebbe non essere considerato uguale agli altri, ma sopra di loro. Potrebbe non capire.
E’ davvero ingiusto essere giudicati da pari? E il nostro processo, con una mano sul cuore ed una nelle aule di Tribunale, è giusto?
Nei paesi di Common Law, il processo tramite Giuria è molto vincolato, e tutt’altro che lasciato all’arbitrio.
La Giuria non ha il potere di giudicare altro che i fatti: mai il diritto.
Una Giuria potrà dire se Tizio ha sparato a Caio, e se crede che lo abbia fatto volontariamente, ma mai se Tizio merita l’ergastolo o 20 anni.
Questo sarà materia di un Giudice togato, che guiderà il processo nelle questioni di diritto, e che affronterà da solo le questioni processuali.
Non si domanda alla Giuria di comprendere la legge, ma solo di comprendere i fatti.
Nel giudicare i fatti, inoltre, la Giuria non è completamente libera.
E’ vincolata dalle sentenze emesse dal Giudice di grado superiore su fatti simili.
Il Giudice togato assisterà al processo, dirà quali prove sono valutabili e quali no, riassumerà i fatti che sono stati oggetto di testimonianza, e spiegherà alla Giuria in un summing up le regole di base di diritto, per permettere ai giurati di comprendere i precedenti che verranno consegnati loro.
Dovranno essere d’accordo in dodici. Oltre il ragionevole dubbio.
Possiamo, in tutta coscienza, dire che sia semplice ottenere l’accordo di dodici persone?
E’ corretto dire che, forse, essere giudicato sui fatti da dodici persone del popolo, persone normali, che devono giudicare solo quel caso nella vita, potrebbe portare ad una decisione più giusta di quella resa da un soggetto che appartiene ad una minoranza percentuale, che deve giudicare ogni giorno almeno venti casi diversi e a cui viene portato un caso costruito da un soggetto che ha fatto il Suo stesso concorso e che appartiene al Suo stesso Organo?
Sarebbe interessante verificare se i processi penali nel nostro paese sono sentiti come giusti dalla collettività, e cosa pensano della Giustizia, invece, nei paesi di Common Law.
Ma, forse, la risposta è già davanti ai nostri occhi.
Rimane da domandarsi se Oreste, che davanti alla Giuria è stato assolto con il voto favorevole della Giustizia, avrebbe avuto la stessa sorte in un Tribunale monocratico, in rito abbreviato.
avv. Stefano Faraoni
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